Siti Natura 2000
Sensibilizzazione sugli habitat di prateria nei Siti Natura 2000
Parco Regionale dei Monti Picentini
PSR Campania 2014-2020 – Misura 7 – Sottomisura 7.6 – Tipologia 7.6.1
Il progetto
Il progetto di sensibilizzazione sugli habitat di prateria nei Siti Natura 2000, nel cuore del Parco Regionale dei Monti Picentini, rappresenta un’iniziativa fondamentale per tutelare un ecosistema straordinariamente ricco.
Attraverso studi scientifici, censimenti faunistici e attività di monitoraggio, in particolare sul lupo appenninico, l’Ente Parco ha contribuito attivamente alla salvaguardia delle specie di interesse comunitario. Questo impegno si è tradotto in una maggiore consapevolezza collettiva e in una strategia concreta di conservazione.
Unendo competenze, risorse e collaborazione tra istituzioni e cittadini, è possibile garantire un futuro sostenibile per la biodiversità dei Monti Picentini.

Un regno di diversità
Il Parco dei Monti Picentini è un patrimonio naturale e culturale da tutelare. Un mosaico di paesaggi unici, che alternano vette, vallate, sorgenti, faggete e radure, in cui flora e fauna convivono in equilibrio.
Percorrere i suoi sentieri significa esplorare un regno di biodiversità, immergendosi in ambienti intatti e armoniosi, che raccontano secoli di storia naturale e umana.

Patrimonio floristico
Il patrimonio botanico del Parco è tra i più ricchi della Campania. Le sue foreste ospitano faggi, cerri, castagni, noccioli e un’ampia varietà di specie erbacee e arbustive.
Tra le meraviglie più delicate, le orchidee selvatiche rappresentano una gemma rara, testimonianza di un ecosistema in equilibrio. Le condizioni climatiche e l’altitudine favoriscono la convivenza di habitat unici, da preservare con attenzione.

Storia e cultura
Oltre alla biodiversità, il Parco custodisce una profonda ricchezza culturale. Antiche tradizioni, feste religiose, riti stagionali e cucina tipica narrano l’intreccio millenario tra uomo e natura.
Le comunità locali mantengono vivo il legame con il territorio, contribuendo alla conservazione attiva del paesaggio e alla trasmissione dei saperi tradizionali.

Entomofauna
I lepidotteri – farfalle e falene – sono tra i principali indicatori ecologici del Parco. Specie come la Melanargia arge, endemica del Sud Italia, popolano le praterie e i margini forestali.
La tutela di queste specie passa dalla conservazione del loro habitat: un obiettivo chiave del progetto, che punta alla valorizzazione della diversità entomologica.

Batracofauna
Gli anfibi, come l’ululone appenninico e il tritone crestato italiano, vivono tra acque dolci e boschi umidi. Questi animali sono tra i più vulnerabili ai cambiamenti ambientali.
La loro presenza è un segnale di salute ecologica. Preservarne gli habitat significa proteggere interi ecosistemi legati all’acqua e alla vegetazione ripariale.

Avifauna
Il Parco è rifugio per molte specie di uccelli: rapaci, passeriformi e specie migratorie. Tuttavia, disboscamenti illegali, caccia e urbanizzazione hanno messo in pericolo numerose specie.
Grazie al progetto e al lavoro dell’Ente Parco, molte di queste minacce sono state mitigate. La regolamentazione delle attività antropiche ha favorito la sopravvivenza e la nidificazione di molte specie protette.

Il lupo appenninico
Simbolo di libertà e resilienza, il lupo appenninico è tornato a popolare le aree più selvagge del Parco. La sua presenza è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema.
Minacciato da bracconaggio, perdita di habitat e malattie trasmesse da cani randagi, il lupo è oggetto di programmi di monitoraggio e protezione finanziati dal progetto.

La storia di Pukla
Nel settembre 2021, la giovane lupa è stata trovata al margine di una strada di campagna, in condizioni disperate. Grazie al pronto intervento dei soccorsi e delle autorità competenti, è stata trasportata al Centro di Recupero Animali Selvatici (CRAS) Federico II del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali a Napoli. La determinazione del personale medico veterinario e la straordinaria forza vitale di Pukla hanno fatto sì che, giorno dopo giorno, le sue condizioni migliorassero. In seguito, è stata trasferita al CRASE Monte Adone a Sasso Marconi (BO), dove ha avuto l’opportunità di interagire con altri esemplari della sua specie. A maggio 2022 Pukla è stata finalmente liberata nel suo habitat naturale, tra i boschi dei Monti Picentini. È tornata a casa, selvaggia e libera come merita di essere. Ma Pukla oggi è anche un simbolo e un’icona dell’importanza dei progetti condivisi e della cooperazione tra tecnologia, scienza e natura. Pukla è il nome della lupa simbolo del Parco dei Monti Picentini. Il suo nome deriva dal forte legame con la sua terra natia, e dall’antica storia dei Monti Picentini, anticamente abitati da popolazioni etrusche. Nel settembre del 2021 un gruppo di persone intente a passeggiare per un sentiero di montagna a Montella, in provincia di Avellino, ha ritrovato questo esemplare di lupo appenninico in gravissime condizioni. Allertati i soccorsi sembrava ci fosse pochissimo da fare per salvare la giovane lupa, ma gli sforzi congiunti dei medici veterinari di Napoli e l’innata forza vitale di Pukla hanno fatto sì che questa storia si concludesse con un lieto fine. A distanza di un anno e mezzo, grazie anche all’aiuto del CRASE di Sasso Marconi (BO), Pukla è tornata a correre libera tra gli alberi e la vegetazione del Parco Regionale dei Monti Picentini. Una storia di resilienza e determinazione che testimonia l’importanza di progetti volti a salvaguardare i delicati equilibri tra flora e fauna in luoghi com il Parco Regionale dei Monti Picentini.


Pukla, la lupa dei Monti Picentini
Era il 20 settembre del 2021, in una zona boscosa tra le montagne che dominano Montella, una piccola località nella provincia di Avellino, la vita di una lupa prese una piega straordinaria. Un gruppo di persone che passeggiava nella zona si imbatté in una scena commovente: lungo il margine della strada di montagna, in un evidente stato di difficoltà, giaceva una giovane lupa. Il suo pelo era sporco e smunto, i suoi occhi brillavano di una luce triste e indifesa.
Giunta al CRAS Federico II di Napoli in gravi condizioni, la giovane lupa lottava per la vita. Le fu dato il nome di Pukla, un nome che porta con sé la storia delle antiche terre dei Monti Picentini. Le cure scrupolose trasformarono la sua fragilità in forza, la sua debolezza in risolutezza. La lupa cominciava ad avere bisogno di spazi più ampi e di un ambiente che potesse ricordarle la vita selvaggia. Trasferita al CRASE Monte Adone, tra i paesaggi collinari di Sasso Marconi, Pukla riprese ad interagire con altri lupi , riscoprendo la solidarietà del branco. Il suo spirito selvaggio era pronto a correre libero nei boschi, dove il richiamo della natura si fondeva con la sua anima indomita.
Finalmente, ecco il momento tanto atteso: il 21 maggio del 2022, Pukla fu liberata nei pressi del luogo in cui era stata ritrovata, tra i boschi dei Picentini, la sua vera casa. Guardò attorno a sé, con occhi curiosi e il cuore pieno di eccitazione. Era pronta per la sua nuova avventura, era pronta a esplorare la vastità dei boschi, dove ogni albero, ogni ruscello e ogni animale erano parte integrante del suo mondo.



La fauna selvatica dei Monti Picentini
Dal lupo alla martora, dal falco pellegrino alla salamandra pezzata: la fauna dei Picentini è straordinaria. Ogni specie è un tassello dell’equilibrio naturale.
Il progetto ha sostenuto campagne informative, attività educative e percorsi guidati per sensibilizzare le comunità locali e i visitatori sul valore della fauna selvatica.
















Le mappe e i percorsi
La realizzazione di mappe interattive e supporti cartografici è parte del progetto. Questi strumenti aiutano i visitatori a orientarsi nel Parco, a scoprire i luoghi più suggestivi e a rispettare la zonizzazione degli habitat protetti.
Le mappe sono pensate anche per le scuole e per il turismo responsabile, in un’ottica di educazione ambientale continua.



Conclusioni
Il Parco Regionale dei Monti Picentini rappresenta un patrimonio inestimabile di natura, cultura e biodiversità. Il progetto di sensibilizzazione ha rafforzato la tutela degli habitat di prateria e delle specie simbolo del territorio.
Solo con l’impegno comune – tra enti, comunità, scuole e visitatori – sarà possibile trasmettere alle future generazioni la bellezza e la fragilità di questi luoghi.